Padova – Palazzo Cavalli – Museo della Natura e dell’uomo

Oggetto: Restauro delle facciate e degli apparati decorativi interni

Committenza: Università degli studi di Padova

Organo di Tutela: Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Venezia e le Province di Belluno, Padova e Treviso

Importo netto dei lavori: € 372.027,00

Inizio e ultimazione lavori: 2021 – 2022

Palazzo Cavalli e palazzo Fontana costituiscono un unico complesso architettonico situandosi lungo una delle principali arterie che immettono al centro storico della città di Padova. Costruito intorno al XVI secolo su edifici preesistenti, venne poi rinnovato con splendidi affreschi verso la metà del secolo XVII. Nel 1892 viene affidato all’Università di Padova per poter accogliere la scuola di Applicazione per gli ingegneri e dal 1932 ospita le collezioni e l’Istituto di Geologia, Paleontologia e Mineralogia ed oggi è sede del Museo della Natura e dell’Uomo, ospitando in circa 4.000 mq una selezione delle collezioni di reperti di Mineralogia, Geologia e Paleontologia, Zoologia e Antropologia di proprietà dell’Università di Padova.
Le operazioni di restauro hanno interessato le stanze dipinte al primo piano di palazzo Cavalli, oltre che le superfici lapidee esterne di tutto il complesso. Per quanto riguarda quest’ultimo, si è intervenuti su tipologie di litotipi differenti, quali la Pietra tenera di Vicenza, la Pietra di Nanto ed il Rosso Verona, ognuno caratterizzato da specifiche problematiche conservative, legate all’esposizione e alle caratteristiche mineralogiche dei materiali stessi. Per quanto riguarda le pareti del piano nobile, queste ultime presentano scene affrescate a carattere mitologico con fregi e figure allegoriche, con riquadri presentano tutti lo stesso motivo con al centro una cornice dipinta in oro con volute viola, terminanti in alto e in basso da un mascherone, il tutto sostenuto da satiri e putti. I basamenti presentano dappertutto un motivo a balaustra sormontato all’estremità da due palle, al centro invece si trova un ovale intrecciato con volute, in cui è raffigurato un emblema e il rispettivo motto. I degradi riscontrati durante i restauri e dalla storia conservativa, anche a distanza di un secolo, sono sempre gli stessi, come ad esempio la presenza di umidità di risalita, facilmente proveniente da una ipotetica falda al di sotto dell’edificio, collegabile anche al passaggio del fiume in adiacenza al palazzo.