Treviso – Chiesa di Santa Lucia

Oggetto: Restauro e risanamento conservativo dell’apparato decorativo interno della Chiesa di Santa Lucia sita in Piazza San Vito a Treviso

Committenza: Parrocchia di San Pietro Apostolo nella Cattedrale di Treviso e delle Chiese di Santa Lucia, San Vito e San Martino in Treviso

Organo di Tutela: Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le province di Venezia, Padova, Belluno e Treviso

Importo netto dei lavori: € 332.206,91

Inizio e ultimazione lavori: novembre 2011 – novembre 2012

Gli affreschi presenti nella chiesa di Santa Lucia possono essere ricondotti al XIV secolo ed alla scuola giottesca; raffigurano le storie di San Cristoforo e San Giacomo, di Sant’Antonio Abate e degli Evangelisti. Inoltre nella chiesa sono presenti gli affreschi della cappella del Crocifisso, attribuiti alla scuola dell’Altichiero. La Crocifissione domina la parete di fondo, suddivisa in modo asimmetrico da dipinti con scene del Ciclo della Passione di Cristo. A questa cappella appartengono anche gli affreschi staccati, collocati sul registro inferiore, e in particolare quello raffigurante La Madonna del Paveio ove si conservano i frammenti con gli angeli attribuiti a Tomaso da Modena. Ancora dubbia la collocazione originaria di tali dipinti. Le operazioni di restauro sulle superfici affrescate delle volte della Chiesa di Santa Lucia sono iniziate con una prima fase che prevedeva l’esecuzione di una campagna di conoscenza mirata alla caratterizzazione dei materiali costitutivi, delle fasi esecutive e decorative e delle forme di degrado e alterazione delle superfici pittoriche. Sono stati caratterizzati gli attecchimenti biologici presenti al di sotto delle veline protettive della lunetta sopra l’altare e determinate le specie idrosolubili in diversi punti. A completamento della fase di conoscenza iniziale, sono state eseguite le mappature dello stato di conservazione di tutte le superfici oggetto di intervento, su supporti fotografici opportunamente predisposti in scala adeguata. Sono stati individuati e localizzati graficamente i principali fenomeni di alterazione della pellicola pittorica (abrasione, alterazione cromatica, alveolizzazione, deformazione, deadesione e decoesione), dell’intonaco di supporto (distacco interstrato e dal supporto murario, lesioni, fessurazioni, fatturazioni, lacune) e gli interventi precedenti. Si è proceduto poi con le fasi di pulitura mettendo in luce le dipinture non più visibili per la presenza di un tenace scialbo bianco a calce. In conclusione si è proceduto alla lunga e complessa fase di integrazione pittorica delle stuccature e delle abrasioni della pellicola, intervenendo con tecniche diverse sempre ad acquerello, in funzione dello stato di conservazione dei dipinti. Si è operato mediante velature e abbassamenti tonali, ritocchi a rigatino e puntinato, riconferendo al ciclo pittorico quell’unitarietà di lettura che i fenomeni di degrado e gli interventi precedenti avevano offuscato.